Prestiti Cattivi Pagatori con Cessione del Quinto


Quando ci si ritrova ad essere stati segnalati come cattivi pagatori, può diventare più difficile riuscire ad ottenere un prestito. Prima di concedere un finanziamento, infatti, le banche e le società finanziarie interrogano i database di SIC (Società Informazioni Creditizie) e Centrali Rischi per controllare l’affidabilità creditizia del richiedente.

Prestiti con cessione del quinto per cattivi pagatoriIn questi elenchi sono infatti presente informazioni in merito ai clienti che hanno richiesto prestiti a banche e finanziarie.

Nelle liste dei cattivi pagatori sono indicati i soggetti che hanno avuto problemi o ritardi nel rimborso delle rate di un prestito.

Non tutte le banche e le società finanziarie sono disposte a concedere un prestito a un cattivo pagatore, in quanto comporta per loro un maggiore rischio di insolvenza.

Nel valutare se concedere o meno il prestito, le banche controllano quali sono le garanzie che il richiedente può offrire a tutela del rimborso della somma finanziata. E la principale forma di garanzia, quando pende a proprio carico una segnalazione come cattivo pagatore, è la busta paga o la pensione.

Prestiti con Cessione del Quinto dello Stipendio

Il prestito con cessione del quinto dello stipendio o della pensione è la principale tipologia di finanziamento cui possono accedere i cattivi pagatori che siano dipendenti con contratto a tempo indeterminato (e quindi abbiano uno stipendio fisso mensile) o pensionati con una pensione mensile.

Con questa modalità, infatti, è lo stipendio del richiedente (nel caso sia un dipendente) o la sua pensione (nel caso il richiedente sia un pensionato) a fare da garanzia per il rimborso del finanziamento, visto che le rate del prestito vengono rimborsate tramite trattenuta direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione.

In aggiunta, come ulteriore forma di tutela, la banca chiede anche la stipula di una polizza assicurativa obbligatoria, per tutelarsi in caso di morte del richiedente o di perdita del posto di lavoro.

L’importo massimo della rata è di un quinto (cioè il 20%) dell’importo dello stipendio netto mensile o della pensione netta.

La durata massima è fissata in 120 mesi, cioè 10 anni, a patto che questa durata non ecceda la data di fine del rapporto di lavoro (e quindi l’inizio del pensionamento). In questo caso è comunque possibile chiedere di traslare il prestito sulla pensione invece che sullo stipendio.

La rata è mensile e il tasso di interesse è fisso, visto che le rate sono costanti.

Nel caso di cessione del quinto della pensione, la scadenza del prestito non può essere fissata a una data in cui il richiedente abbia più di 90 anni.

Ogni banca e finanziaria ha comunque le sue specifiche indicazioni. Per questo motivo si consiglia di richiedere vari preventivi per poter valutare il più conveniente. Si consiglia di confrontare sempre il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) dei vari finanziamenti, in quanto questo indicatore include tutti i costi del prestito, anche i premi assicurativi.